Intervista a Vivianne Duchini: “Tocante” e la danza dei cavalli in bronzo
L’artista Vivianne Duchini sta lavorando al progetto “Tocante”, una scultura in bronzo a cera persa di dimensioni naturali che verrà esposta a Venezia durante la mostra PERSONAL STRUCTURES nel 2022, in occasione della prossima Biennale d’Arte.
AA: Vivianne: sei una scultrice di animali di fama internazionale, con più di 400 opere e diverse mostre in tutto il mondo. Raccontaci come è nata la tua passione per la scultura animale e in particolare per i cavalli.
V: Fin da bambina ho avuto una forte relazione con gli animali e soprattutto con i cavalli. Osservavo i loro atteggiamenti, le loro emozioni e come interagivano con gli esseri umani. È così che li disegnavo e li modellavo in ceramica. Ho sempre continuato con questa passione durante la mia vita, studiando arte e praticando sport equestri.
AA: Tocante è una scultura – ancora in fase di realizzazione – che sarà esposta durante la Biennale di Venezia del 2022, grazie alla collaborazione con European Cultural Centre, nei Giardini della Marinaressa. Come è nata l’idea del progetto Tocante?
V: L’idea del progetto ‘Tocante’ è nata durante il primo periodo di isolamento dalla pandemia quando ho ricevuto l’invito di European Cultural Centre a partecipare alla mostra in occasione della Biennale di Venezia 2022. In quel periodo stavo disegnando lo schizzo di Tocante ispirato alla situazione che tutto il mondo stava vivendo e attraversando: mi è sembrato che fosse l’opera perfetta da presentare per questa occasione.
AA: Nel progetto Tocante, c’è un messaggio specifico che vorresti trasmettere?
V: Il messaggio del mio lavoro è il bisogno umano e animale di un contatto fisico stretto, che è la prima cosa che ci è mancata a causa dell’isolamento.
AA: Hai un’esperienza significativa in una tecnica che ha radici antiche: la tecnica di fusione in bronzo a cera persa. Quali artisti hanno ispirato il tuo lavoro e la scelta di questa tecnica?
V: Sono stata ispirata da innumerevoli artisti nel corso della storia…non potrei parlare di uno in particolare ma di molti. Mantenendomi sempre all’interno della figurazione e della tecnica ancestrale, ho raggiunto una finitura e uno stile che mi caratterizza. In Argentina non ci sono scuole che insegnano questa tecnica, così ho seguito i grandi maestri e mi sono formata nella fonderia degli artigiani, imparando “dall’interno” e a partire dagli errori. Sono rimasta nel mentre fedele a quell’attenzione figurativa espressionista che non molti scultori seguono oggi. Questa tecnica inoltre richiede un lavoro di squadra, durante tutto il processo è molto importante che ci sia una connessione e una stretta collaborazione tra l’artigiano e l’artista: tutti i passaggi sono molto difficili da capire se non si è presenti giorno per giorno…si perde molto senza quella presenza.
AA: Abbiamo parlato della scarsa presenza delle donne nella tecnica della fusione a cera persa. Come vivi la realizzazione del tuo lavoro in un ambiente normalmente frequentato solo da uomini? Cosa pensi della mancanza di partecipazione delle donne in questo campo?
V: Gli scultori che vivono di arte devono investire per poterlo fare ed è per questo che ce ne sono sempre meno. In Argentina siamo solo cinque scultori individuali che fondono soggetti grandi (da medie a grandi). Parlando anche con la Fonderia Art’u’ di Firenze, ho saputo che le donne che si dedicano a questa tecnica in Italia si possono contare sulle dita di una mano…Tuttavia, non si può negare che le donne oggi, come in altri campi, sono sempre più coinvolte in questo settore, ottenendo un posto significativo e con ottimi risultati.
TOCANTE
Vivianne Duchini
A cura di Laura Vattovaz in collaborazione con:
Teresa Strianese, European Cultural Centre, Fonderia Art’u’ (Firenze)
Maggio 2022
Venezia
Per maggiori informazioni: laura.vattovaz@yahoo.it