Silvia Levenson e Natalia Saurin, artiste in campo contro il femminicidio
Si stima che delle 87.000 donne uccise l’anno scorso, circa 50.000 (il 58%) sono state assassinate da compagni o membri della famiglia. Oltre un terzo è stato ucciso dai partner, attuali o ex, e solo in Italia 137 sono state uccise dai membri della famiglia. I numeri parlano chiaro in questa aberrante categoria che è il femminicidio.
Silvia Levenson e Natalia Saurin, rispettivamente madre e figlia, sono due artiste argentine residenti in Italia, da sempre schierate in prima fila contro una malsana malattia che la Società tende spesso a sottovalutare, la violenza contro le donne. Un’emergenza di tipo civile e culturale, che porta i carnefici a commettere terribili crimini perché incapaci di gestire il rifiuto o il fallimento di una relazione sentimentale.
L’installazione “Il luogo più pericoloso”, realizzata a quattro mani dalle due artiste, è composta da 94 piatti di ceramica usati, decorati con frasi e citazioni di cui i media fanno uso quando si parla di casi di femminicidio, riducendo a mera giustificazione l’aggressione o l’omicidio.
“Abbiamo scelto di trascrivere queste frasi anche in spagnolo, inglese e francese, per mantenere uno sguardo trasversale che chiama in causa non un singolo paese ma un modello di società patriarcale che apparentemente glorifica le donne in quanto madri ma le toglie ogni umanità quando le trasforma in oggetti da consumare e da possedere contro la loro volontà”.
L’intervento verrà presentato nel Cortile del Michelozzo a Palazzo Vecchio di Firenze il 25 novembre 2019, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con l’intento di sottolineare la necessità di formare la sensibilità pubblica e mondiale su un tema di stretta attualità.
Il luogo più pericoloso
Silvia Levenson e Natalia Saurin
25 novembre 2019
Cortile del Michelozzo, Palazzo Vecchio, Firenze